domenica 17 novembre 2013

La conurbazione Pesaro-Fano

i sistemi insediativi paralleli di Pesaro e Fano
Nella serialità delle valli marchigiane, che si susseguono trasversalmente alla costa, già a partire dalla struttura insediativa romana si nota la presenza di centri urbani costieri e di centri di media valle, posti nel luogo in cui la vallata tende a restringersi. Questo schema tuttavia non da luogo a similitudini così nette. Jesi, ad esempio appare spostata più verso il mare ed è sostituita da Planina (oggi Pianello-Moie) all'interno, anche le valli del Chienti e del Potenza presentavano due centri intervallivi che nel tempo però si sono ridotti ai soli centri interni di Tolentino e San Severino.

Nel nord delle Marche anche nelle valli del Foglia e del Metauro gli insediamenti erano dislocati in modo differente. Pesaro non aveva in pratica centri vallivi consistenti nell’entroterra, mentre Fano poteva contare su Forum sempronii, Pergola e Cagli.
Negli ultimi 50 anni tuttavia i processi insediativi di fondovalle e della costa hanno mutato profondamente la geografia dei luoghi dando vita ad una strutturazione urbana affatto nuova, talmente simile nelle due valli da evidenziare una sorta di “simmetria”.



Pesaro 2
Alle spalle dell’insediamento urbano di Pesaro (94.623 ab.) e dell’area industriale, si è formato un agglomerato di centri vallivi collegati con i rispettivi centri storici di origine. S.Angelo in Lizzola, Montelabbate, Colbordolo, danno logo a una entità di 21650 abitanti con adeguata dotazione di servizi ma priva di una organizzazione che la configuri come una “città” e di un disegno che ne definisca l’identità.


In modo del tutto analogo, nell’entroterra di Fano (63.009 ab.), incontriamo i comuni di Saltara, Montemaggiore e Cartoceto. Un agglomerato di 15666 abitanti.

schema strutturale Pesaro 2
Fano 2
Queste due nuove nebulose insediative sono collocate alla medesima distanza dal mare, in corrispondenza della formazione collinare su cui sorgono, collegati da una delle poche trasversali intervallive, una serie di centri storici (S.Angelo, Monteciccardo, Mombaroccio, Cartoceto, Saltara).


schema strutturale Fano 2

Riconosciamo infatti, accanto alla sequenza degli insediamenti vallivi, un’analoga sequenza nella strutturazione insediativa e nel paesaggio del settore intervallivo:  le verdi colline boscate costellate di centri storici di poggio, una fascia di paesaggio agricolo più spoglio e sostanzialmente privo di insediamenti, la parte costiera, più ricca di elementi diffusi del paesaggio e di borghi che termina con la falesia a mare.
La valle dell’Arzilla taglia diagonalmente questo andamento per fasce parallele alla costa e individua alcuni fulcri di estremo interesse dal punto di vista turistico che sono complementari all’offerta balneare anche per la loro accessibilità sia dalla costa che dai centri di Pesaro e Fano.  Il centro storico di Novilara, uno dei più belli della regione, posto all’apice della valle che interrompe la falesia costiera, e le terme di Carignano, postein prossimità di un’area SIC e virtualmente raggiungibili in bicicletta dalla spiaggia di Fano e dal centro storico.

La fascia verde delle colline costiere e della falesia costituiscono in verità un elemento di unione, più che di separazione, tra Pesaro e Fano. Un grande parco territoriale che costituisce il cuore di una città doppia.
In altri termini il sistema policentrico urbano che comprende Pesaro, Fano e i nuovi agglomerati vallivi mostra un disegno estremamente interessante anche perché può essere letto in diverse modalità e dare vita a diverse strutturazioni tutte aderenti alla medesima realtà: possiamo intenderla come un’unica città-territorio formata dalle direttrici vallive e dai collegamenti trasversali tra i nuclei più densi, che legano territori abitati intimamente legati alle rispettive coppie vallive; oppure possiamo interpretarla come una coppia di città, ponendo in evidenza le sole dinamiche di fondovalle; o ancora un sistema di quattro vertici urbani, limitandosi a riconoscere i due nuovi centri urbani composti di porzioni tenute assieme dalla presenza del corridoio fluviale che assume così la fisionomia di parco urbano e “cuore verde” della nuova forma di città.

E’ in fondo questa possibilità di leggere la città a diverse scale senza che venga meno il riconoscimento di un medesimo telaio, di uno stesso “esserci” nel territorio, una caratteristica peculiare ed innovativa delle nuove città delle Marche.

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