i sistemi insediativi paralleli di Pesaro e Fano |
Nella serialità delle valli marchigiane, che si susseguono
trasversalmente alla costa, già a partire dalla struttura insediativa romana si
nota la presenza di centri urbani costieri e di centri di media valle, posti
nel luogo in cui la vallata tende a restringersi. Questo schema tuttavia non da
luogo a similitudini così nette. Jesi, ad esempio appare spostata più verso il
mare ed è sostituita da Planina (oggi Pianello-Moie) all'interno, anche le valli del Chienti e
del Potenza presentavano due centri intervallivi che nel tempo però si sono ridotti
ai soli centri interni di Tolentino e San Severino.
Nel nord delle Marche anche nelle valli del Foglia e del
Metauro gli insediamenti erano dislocati in modo differente. Pesaro non aveva
in pratica centri vallivi consistenti nell’entroterra, mentre Fano poteva
contare su Forum sempronii, Pergola e Cagli.
Negli ultimi 50 anni tuttavia i processi insediativi di
fondovalle e della costa hanno mutato profondamente la geografia dei luoghi
dando vita ad una strutturazione urbana affatto nuova, talmente simile nelle
due valli da evidenziare una sorta di “simmetria”.
Pesaro 2 |
Alle spalle dell’insediamento urbano di Pesaro (94.623 ab.) e dell’area industriale, si è formato un agglomerato di centri vallivi
collegati con i rispettivi centri storici di origine. S.Angelo in Lizzola,
Montelabbate, Colbordolo, danno logo a una entità di 21650 abitanti con
adeguata dotazione di servizi ma priva di una organizzazione che la configuri
come una “città” e di un disegno che ne definisca l’identità.
In modo del tutto analogo, nell’entroterra di Fano (63.009
ab.), incontriamo i comuni di Saltara, Montemaggiore e Cartoceto. Un agglomerato
di 15666 abitanti.
schema strutturale Pesaro 2 |
Queste due nuove nebulose insediative sono collocate alla
medesima distanza dal mare, in corrispondenza della formazione collinare su cui
sorgono, collegati da una delle poche trasversali intervallive, una serie di
centri storici (S.Angelo, Monteciccardo, Mombaroccio, Cartoceto, Saltara).
schema strutturale Fano 2 |
Riconosciamo infatti, accanto alla sequenza degli
insediamenti vallivi, un’analoga sequenza nella strutturazione insediativa e
nel paesaggio del settore intervallivo:
le verdi colline boscate costellate di centri storici di poggio, una
fascia di paesaggio agricolo più spoglio e sostanzialmente privo di
insediamenti, la parte costiera, più ricca di elementi diffusi del paesaggio e
di borghi che termina con la falesia a mare.
La valle dell’Arzilla taglia diagonalmente questo andamento
per fasce parallele alla costa e individua alcuni fulcri di estremo interesse
dal punto di vista turistico che sono complementari all’offerta balneare anche
per la loro accessibilità sia dalla costa che dai centri di Pesaro e Fano. Il centro storico di Novilara, uno dei più
belli della regione, posto all’apice della valle che interrompe la falesia
costiera, e le terme di Carignano, postein prossimità di un’area SIC e
virtualmente raggiungibili in bicicletta dalla spiaggia di Fano e dal centro
storico.
La fascia verde delle colline costiere e della falesia
costituiscono in verità un elemento di unione, più che di separazione, tra
Pesaro e Fano. Un grande parco territoriale che costituisce il cuore di una
città doppia.
In altri termini il sistema policentrico urbano che
comprende Pesaro, Fano e i nuovi agglomerati vallivi mostra un disegno
estremamente interessante anche perché può essere letto in diverse modalità e
dare vita a diverse strutturazioni tutte aderenti alla medesima realtà:
possiamo intenderla come un’unica città-territorio formata dalle direttrici
vallive e dai collegamenti trasversali tra i nuclei più densi, che legano
territori abitati intimamente legati alle rispettive coppie vallive; oppure
possiamo interpretarla come una coppia di città, ponendo in evidenza le sole
dinamiche di fondovalle; o ancora un sistema di quattro vertici urbani, limitandosi
a riconoscere i due nuovi centri urbani composti di porzioni tenute assieme
dalla presenza del corridoio fluviale che assume così la fisionomia di parco
urbano e “cuore verde” della nuova forma di città.
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